Una volta guarite, o almeno notevolmente migliorate, le Donnine abbiamo potuto visitare i parco giochi le cittadine vicine.
Nel cantone in cui eravamo in vacanza e dintorni si parlava il francese e ciò ha fatto sì che le nostre figlie si siano scontrate con la barriera linguistica: avrebbero volentieri tentato l’approccio con i bimbi locali, ma dopo un timido “Ciao…” si rendevano conto di non essere comprese.
Tutto ciò ha scatenato in loro un turbinio di riflessioni.
“Papà, voglio imparare il francese!”
“Bene, ripeti: bongiurr, sa va? ge m’apell…”
“Ehm Marito non è che a tua pronuncia sia proprio francese eh, diciamo pure che tu stavi palesemente parlando in dialetto! Grande, forse è meglio che te lo insegni la Nonna il francese…”
“Mamma lo tzai che la Tzotia palla in maloccolo”
“In Marocco se mai!”
“Media, Grande forse volevate dire che la Sofia parla in arabo. Lei viene dal Marocco, è uno stato, come voi venite dall’Italia”
E ciliegina sulla torta una sera a cena la Grande ci ha detto che Lei ha una lingua tutta sua che non è maroccolo, nè arabo, nè francese, nè italiano.
“Ah davvero Grande, ma dicci un po’ com’è questa tua lingua!”
“Albero si dice albor”
“Ah, è un po’ come il latino, bello”
“Media di dice Mediuzza, sì nella mia lingua si dice sica e no nou”
Furba la ragazza, se ne inventa direttamente una tutta sua, per la serie non è che sono io a non capire loro, sono loro che non sanno la mia lingua!
Poco egocentrica…