Attenzione, questo post potrebbe causare voltastomaco!
Caro uccellino,
tu che volavi alto e libero nel cielo.
Tu che iniziavi ad assaporare
l’aria di questa tardiva primavera.
Tu che probabilmente in preda agli ormoni
hai perso la giusta via.
Tu che ti sei ritrovato a precipitare
in un oscuro, lungo, stretto buco nero.
Tu che hai provato ad uscire senza riuscirvi
grattando le pareti di quel lungo e stretto tunnel.
Tu che non trovando via d’uscita
ti sei arreso
e il tuo armonioso corpicino si è trasformato:
da vita in un’altra trentina di vite.
Piccole, bianche, striscianti, viscide, elastiche.
Così striscianti ed elastiche
da poter passare sotto ad un battiscopa.
Così bianche da non poter passare inosservate.
Oh mio caro uccellino,
…
ma proprio nella canna fumaria
dentro al muro del mio salotto dovevi precipitare?!
Nella prossima vita comprati un GPS!
..è per questo che si coprono i comignoli con rete..!! Non sono mica collant!
Forse la mia rete si è … smagliata!
😉
ARGH! una volta è successo anche a me!
Che schifo davvero…
Mi sembrava di sentirli addosso ieri sera!
ah ah… la tua “ode all’uccellino decomposto” mi ha fatto ridere!!! anche se doveva fare davvero schifo!!! tutto finito?
un abbraccio
Serena la faccenda pare proprio conclusa per fortuna.
Comunque nella nuova casa altro che reti, sui comignoli farò una recinzione degna di alcatraz!