La Piccola ed io siamo ancora in ospedale, la sua situazione è notevolmente migliorata, si può quasi definirla guarita, ma a quanto pare resteremo qui ancora un po’.
“Forse domani…”, la frase che ogni mattina i pediatra ci ripetono, così, lasciandola proprio in sospeso, quasi che quei puntini di sospensione si potessero vedere mentre fluttuano nell’aria e toccare dal gran che sono densi di aspettative.
In tutto ciò c’è un lato positivo, l’essere costretta a stare chiusa in una stanza con lei mi ha riportato a quei giochi, quel contatto, quel modo di giocare più infantile a cui non ero più abituata per via delle Sorelle; ci siamo rincorse a gattoni sul pavimento, abbiamo cantato e battuto le manine e ci stiamo esercitando nei primi passi, perché proprio in questi giorni la Piccola sta facendo le sue prove.
Ok, queste sono le cose belle, ma c’e anche un altro aspetto: che noiaaa!
E va bene giochiamo, e va bene ci coccoliamo, e va bene camminiamo, e cantiamo, ma la giornata è davvero lunga da passare senza nient’altro da fare segregate in questi 18 mq circa!
Perché se provo a varcare la soglia con la Piccola mi cazziano consigliano gentilmente di rientrare.
Ieri poi in un faccia a faccia con Lei le ho detto “Piccola, ti voglio un gran bene, ma almeno fossi stata qui con la Grande avrei potuto giocare a carte!”. Questo è essere alla frutta!
Tieni duro!!! Un bacione